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Una "Ciurma del disagio" in un mare di nebbia

2 Novembre 2020 - Brescia



“Che bella la nebbia…”


Ogni volta che lo dico ad alta voce, vedo nei vostri occhi la chiarissima espressione del concetto di “Povera demente”. Oggi, però, guardandomi intorno i miei pensieri non vanno a voi personcine serene e spensierate che invidio 24/7 dall’angolo della mia esistenza. Oggi i miei pensieri vanno a noi “mostri” innamorati della nebbie e delle giornate uggiose che rendono Novembre un mese degno d’esser vissuto.


Si perché a Noi queste giornate piacciono davvero; fatevene una ragione.


Non fraintendetemi: un cielo sereno piace a tutti.

Semplice e (si da per scontato) felice. Non mento, piace anche a me nonostante la mia “relazione complicata” con il sole; ma “protezione Albini” e passa la paura.



Comunque: belle le giornate di sole; sì, se sei come loro: belle e spensierate.

Ma noi qui siamo all’opposto.


Quando cala la nebbia, così, senza preavviso e si abbraccia tutto e tutti, a noi scatta qualcosa dentro. Vorrei riuscire a spiegarvi cos’è ma ve l’ho detto: non siete voi i protagonisti dei miei pensieri oggi...

Chi non la capisce si incazza, si spaventa. (o accende i retro nebbia a cazzo di cane)

Ma noi…


NOI.

Quando siamo in mezzo alla nebbia respiriamo davvero.

Se sei attento, (e hai voglia di ascoltare) puoi sentirci tirare un sospiro di sollievo anche tu…

Eccoci finalmente allo scoperto: anime solitarie e riflessive.

Gli irrequieti.


Eccoci.

Siamo qui.


Avvolti in una magica sensazione come nel “Viandante sul mare di nebbia” di Friedrich.

Non siamo felici. (o forse lo siamo e non lo sappiamo)

Oggi rimaniamo ad osservare l’ignoto nel nostro mix di paure e piaceri, ma un po’ più sollevati e in qualche modo protetti...


Perciò al:

“Minchia che sbatti la nebbia! Che schifo!” lo so che anche voi risponderete con un:

“Già!”

accompagnato dal sorriso più falso e sforzato che avete in archivio.


Oggi è uno dei nostri giorni. Perciò che si accollassero i loro sbattimenti.

Oggi siamo “viandanti”, siamo “fantasmi”

e loro non ci possono toccare.


A te sagoma nera che cammini dall’altro lato della strada. A te che tra la nebbia e la mia miopia ti ho perso in 0.2”. A te.

Vorrei dirti di non ascoltare la “signora bionda in sbattimento”,

poi alla fine so che lo sai, e ti mando un abbraccio.


A noi:

“Ciurma del disagio”

Oggi testa alta e respirare a pieni polmoni.


Un attimo di pausa. Un sospiro di sollievo.



Che bella la nebbia.

 
 
 

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