Filosofisica del nulla
- Non quella Alice
- 22 set 2022
- Tempo di lettura: 3 min
22 Settembre 2022 - Brescia

Se è vero che “Il coraggio è quello delle tre del mattino”, come dice Crepet,
il vuoto è quello delle nove di sera. Quando la giornata è agli sgoccioli, la cena è finita, i piatti lavati, la borsa per il giorno dopo è già pronta; e tu… tu ti guardi in torno, in una casa vuota che cerchi di riempire con della musica in perenne sottofondo, alla ricerca di qualcosa da fare per queste ultime ore della giornata. Il vuoto.
Il vuoto è quella cosa che cerchiamo di combattere, consciamente o inconsciamente,
da sempre. Ci basti pensare ai bambini; uno dei concetti più ribaditi da qualsiasi genitore è che "Basta tenerli impegnati, così stanno calmi". Credo che da qui inizi la lotta ai vuoti. Il vuoto spaventa.
Pagine vuote, spazi vuoti, silenzi, solitudine.
Il vuoto è la paura che ci accomuna tutti (che lo si voglia ammettere o meno).
Si dice che “Stare da soli, è la chiave per stare bene. Solo chi sta bene da solo, può star bene in compagnia”, ma si dice anche che “La solitudine è un atto di coraggio”.
Quello che omettiamo, è che si può star bene da soli, accettarsi, ascoltarsi, essere indipendenti, fuori dagli schemi, stare Bene; ma questo non cancella il bisogno di socialità. Da che siamo al mondo, siamo animali sociali.
Per quanto la solitudine serva per capirci, prima di capire, non la vedo come una condizione che possa essere definitiva o totalitaria. (o comunque lo è per pochissimi) L’essere umano è sociale. Nasce tra la gente e della gente avrà sempre bisogno. Anche l’umano più realizzato e interiormente definito, dopo anni di solitudine, incontrando un alto essere umano, ne trarrà giovamento. Persino sollievo.
Abbiamo bisogno del confronto. È un bisogno naturale, prima che sociale; è radicato alla radice dell’essere.
Siamo fatti di energia.
Siamo materia. Siamo accumuli di particelle. Un groviglio infinito di campi elettromagnetici. Siamo energia.
Siamo energia alla costante ricerca di altri “campi magnetici” con cui entrare in contatto.
Energie a contatto, generano altra energia. Questo è il motore che ci spinge.
Come disse “quel gran genio del mio amico” Albert:
“Questa non è filosofia, questa è fisica”
Quando passiamo troppo tempo da soli, in prima battuta i nostri pensieri sono lucidi, totalmente on focus; poi, lentamente, vanno perdendosi, divagano, mutano, e spesso, diventano intrusivi, distruttivi. Questi sono i demoni della solitudine. I demoni del vuoto.
Come se ne esce?
Parlando. Confrontandosi. Entrando in contatto con altre energie.
Il vuoto, è un nemico-amico.
È un po’ come il cioccolato: a volte ci serve, ci fa felici; ma se ci strafoghiamo (oltre ad un bruciaculo pazzesco) ci regala una serie di “simpatiche” controindicazioni.
Personalmente, ho molto rispetto per il vuoto.
Ho imparato che non è un nemico da combattere, ma più un alleato da sfruttare al bisogno. Rispetto i miei vuoti, so che ce ne sono molti e molti ancora li scoprirò con gli anni; ma se prima mi terrorizzavano, ora, li guardo con rispetto.
Quando bussano alla mia porta alle nove di sera, li lascio entrare. Ci fissiamo. A volte conversiamo; ma ho imparato ad accompagnarli all’uscita congedandoli al giorno dopo.
Piccolo reminder:
Non c’è una regola universale per vivere bene.
Non c’è una regola che preveda lo stare da soli come unica guide-line.
Non tutti staranno da soli.
Non tutti affronteranno i vuoti.
Non tutti accetteranno i loro vuoti.
Ognuno di noi, in fondo, sa cosa fare, come farlo, e sa scegliere i suoi "se".
I tuoi vuoti, se li rispetti, puoi accettarli, capire la loro natura, condividerli, e a volte colmarli. Colmare i vuoti, non è una cosa negativa, fuggire da essi, ignorarli, farcisi affogare, quello... quello può esserlo.
Sono scelte. Ognuno di noi può fare la sua. Siamo esseri liberi. (fino al giorno in cui non decidiamo il contrario)
La vita è un’avventura, non scordiamoci di viverla… come cazzo ci pare!
Buona avventura.
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