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I “NO!” giusti (che non dico). I “Sì!” sbagliati (che dico pure troppo).

30 Novembre 2021 - Brescia



Fra "x" ore (perchè so a che ora ho iniziato a scrivere sta roba, ma mica so quando la finisco) si conclude ufficialmente il mio primo quarto di secolo. Credo sia un buon momento per tirare le somme, fare un po’ d’autoanalisi e… colpevolizzarsi abbotto di qualcosa.

Così! giusto per non perdere le “buone abitudini”.

(che poi mica è diverso da ieri, l’altro ieri, l’altro-alto ieri, l’altro-altro-al…)


Dicevamo?! Sì o No ?! Like Fiorello ma senza budget.

(e lì era pure poco… pensa a che livello strepitoso stai fija mia!)


Toc-Toc! ProcrastinAlice!? Ce la facciamo a iniziare ‘sto discorso?

('sto paragrafo andrebbe messo come esempio nero/bianco per un

“How to procrastinate like a boss”. In alternativa, credo possa andar bene anche per spiegare un disturbo bipolare.)


…posso farcela, posso farcela.


Inizia a leggere da qui, il resto è solo delirio da Sagittario ascendente Vergine con luna in Pesci.

Stamattina, dopo ben 2 ore di sonno, (amicici, siamo vicini al punto di non ritorno) l’illuminazione: -E se facessi una lista di “Sì” e “No” chiave di ‘sti 25 anni d’esistenza?-

E che fai? Te ne privi?

Sono partita morbida:

No! -Ai vestiti rosa in pizzo che mi facevano sembrare un mix tra una bomboniera e Chucky la bambola assassina (ma a mamma piacevano taanto). Avevo 3 anni.

-Alle Barbie e alla ginnastica artistica. (fidatevi: il nesso c’è)

Datemi ActionMan e il karatè. Avevo 5 anni. -A Ragioneria.

“È un bel lavoro per una ragazza, sai?”

“Bene, mi fa piacere… Comunque: NO!” Avevo 12 anni.

(Che poi c’hai presente una discalculica che fa ragioneria?! Equitalia happy. Alice in HP)

-Alla discoteca la Domenica pomeriggio perchè “Ci van’ tutte!”. Avevo 13 anni. (ma che poi: se io non c’andavo, “tutte” de che?!)

Sì!

-Al garage con le Lego.

(credo che la passione per i garage, mio padre l’abbia presa da me…) Avevo 4 anni.

-Alla “spada laser”… spezzata sul muretto di casa. (sono ancora in lutto) Avevo 5 anni.

-Ai capelli a spazzola, “in piedi” e… alla cresta. Avevo 6 anni. Poi 7, 8, 9…

È stata ‘na “fase” lunga. (i capelli ora sono decisamente lunghi. Il punk m'è rimasto dentro)

-Allo skate, alle bombolette e alle corse dalla municipale. (battuta servitissima) Avevo 12 anni.

-Sì ad un’istituto tecnico-professionale, perchè:

“VOGLIO FARE IL GRAFICO, MICA INCASINARMI CON I NUMERI”.

(e poi mi sono incasinata pure peggio) Avevo 13 anni.


Credo che con questi si possa interrompere la lista dei “Sì!” e “No!” giusti.

Da qui in poi… preparate i pop corn.

(non scherzo)


La prima volta che avrei dovuto dire “NO!” e non l’ho fatto, non so se me la ricordo con chiarezza; ma so per certo che una volta che ti strozzi quel “NO!” in gola, non torni più indietro. Da lì in poi sei fottuto. La corrente “Ora sono cazzi tuoi” ti trascina nella Valle dei “Sì! E vedi di fartelo piacere”.

Credo ci siano passati un po' tutti almeno una volta in quel torrente. Poi, c’è chi è bravo-bravissimo e salta i fossi per lungo, chi è meno bravo e ci cammina per un po’, e poi… poi ci siamo noi: esperti nuotatori del delta dell’ “Ultima volta; giuro”, staffettisti dei laghi del “Mai più!” ed esperti kmetristi dell’ “Atlantico senso di colpa”.

Plurimedagliati; non finiamo mai di stupirci dei nostri nuovi traguardi.

Tanto che sembra, lo dicono gli esperti, che la frase più pronunciata dai campioni sia: “Come cazzo mi ci sono cacciata/o in ‘sta situazione?!”.


SEMPLICE! Hai commesso un omicidio, e non ti sei più fermata. Hai strozzato il primo “NO!”

Sei il Serial Killer di te stesso.


Se questa prima parte è sembrata “pensantina”, appianiamo subito la situa con i “Sì!” sbagliati. (qui immagino la fanfara che suona a festa)

Di secondo nome faccio “Umiltà”, lo sapete;

(Regà, si scherza. Se scrollate tra i post lo vedete come faccio di secondo nome. Non fatelo.) ma se ci fosse un campionato di "scelte sbagliate" non c’è gara. (che poi, magari, qualcuno che mi batte lo troviamo pure... ma fidatevi: non dev’essere uno spettacolo)

L’ Alice Sbagliata… Le scelte terribili…

I “Sì” sbagliati…


Ne ho detti talmente tanti che se ci penso ora, mi viene da ridere.

Una volta avrei pianto a fontana, ma…

(a proposito, piccolo aggiornamento: dal fronte “muro del pianto”, tutto tace)


Non partirò con il solito pippozzo sullo “star bene” quello lo vediamo un’altra volta.


I “Sì!” sbagliati sono dei più disparati.

(beccatevi ste rime, yo! Mi sto insultando da sola. Tranquilli ciurma) <— LUNA IN PESCI.



Nel minestrone dei “Sì” c’è roba tipo:

-Oh zia! La vuoi una paina? (Dal Bresciano all’Italiano Vol.1 paina=sigaretta)

-Sì!


Potevamo evitarcelo? Certo che sì!

L’ abbiamo fatto? Ovviamente no!

“Sì!” sbagliato. (soprattutto se considero che se avessi investito in galline, quello che ho investito in paine, adesso sarei una polliculturice con i contro cazzi. Invece assomiglio più al “capo branco” di Galline in fuga)


Ma anche:

-Scommetto che non ti butti dallo scivolo perchè hai paura. -È una sfida?

-Sì! Buttati se hai il coraggio! Accetti?

-Sì!


Non dovevo scendere come i comuni mortali dallo scivolo; dovevo lanciarmi giù. Niente scalini, niente scivolo.

Lanciati, Alice, verso il pavimento dal materiale indefinito ma che sotto il sole delle 14 del mese di Luglio, ha le stesse proprietà dell’Inferno. Lanciati Alice!

Le sfide non si perdono!

Caviglia disintegrata.

Sfida... vinta! “Sì!” sbagliato?! Opinabile.

(Non ho ancora deciso se tutti i “Sì!” detti per non perdere una sfida, siano stati delle cazzate micidiali completamente evitabili, o se mannaggiachidicoio, per non perdere una sfida questo e altro sorella!)

Comunque:

ora ho una caviglia sonora…

(sono disponibile per Battesimi, Cresime, Matrimoni, Compleanni e feste a tema)



Poi ci sono i “Sì!” clandestini. Quelli detti con così tanta convinzione da illuderci che quel timore che cercavamo di tenere lontano, non avesse ragione d’esistere.

E invece… “Sì!” SBAGLIATISSIMI.

1, 2, 3, 4, 5, 6… di questi ne ho quanti ne volete.

Uno dei miei preferiti inizia con:

-Ma se ci vedessimo fuori da qui?

-Non credo d’aver capito cosa intende…

-Sì che l’hai capito. Non fingerti quella che non sei.

-Chiedimelo bene allora...

-Facciamo così: se ti va, aspetto che esci da qui e all’una ti porto a pranzo.

-Ma…

-Alice, è semplice: Sì o no?

-Sì! (il primo di una lunga serie)


Serve dirlo?! Uno dei “Sì!” più sbagliati che potessi dire.

(e ce lo tiriamo dietro da un po’ troppo mia cara testolina di gnu!)

Anche se questa parte non la racconterò mai interamente… ciurma, confido che capiate.


Salutiamo questo “Sì!” e passiamo al prossimo.

(Ah! un “caro” saluto anche A… te)



L’ultima categoria di “Sì!” sbagliati la dedico a quelli tipo questo:

-Fidati. Ti fidi?

-Sì!

Ecco. No. Qui è tutto sbagliato. Che dopo quel “Fidati” ci sia un “…di me”, un “Non sono quello/a che pensi”,

un “…non lo dirò a nessuno” ecc. non importa.

L’unica risposta corretta per non avere trituramenti di fegato (e maroni) è:

No! Attenzione! Non “Scusa ma non posso”. Non “Scusa ma non riesco”.

E di certo non “Sì… ok”. L’unica risposta è “NO!”


Uno di “quelli giusti” per intenderci.

Uno di quelli che non* dicevo (*dico? Lo scopriremo)



INZOMMA…

A conti fatti: (approssimativamente, s’intende… mica so’ ragggioniera)

Bene ma non benissimo. (a tratti na mezza merda in realtà)

Questa era, ovviamente, una breve selecta; più che altro una divisione in categorie.

(mica stimo a fa' terapia da ‘ste parti, no?!)


Eppure oggi mi girava di scrivere due righe

(mecojoni! Alice… rileggi il tempo di lettura di sto coso. No buono! Che se poi t’evitassi tutte ste parentesi con l’altra te/me, magari accorciamo un po’; così eh, per dire…)

(mettili dei “…” ogni tanto. No, non è un appunto per la bozza; sono seria)

Cooooomunque: a memento di ‘sti 25 anni di disagio, lascio inciso nel maggico mondo dell’ Internetteh il pippozzo di oggi.


Ho solo una cosa da “dire” alla me di domani: "Alice, cortesemente, cerca di fare meglio. Che poi pure se fai peggio di così va bene uguale; basta che tu ti diverta…"


RETTIFICO! Questa, è l’unica cosa che ho da dire alla me di domani:

DIVERTITI CRETINA!

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