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Maschera e boccaglio

Aggiornamento: 9 dic 2021

1 Settembre 2021 - Brescia


Settembre.

Che meraviglia di mese! Settembre è in assoluto il mese perfetto per ricominciare, per ripartire, per iniziare. Per me, lo scorso anno, Settembre è stato il mese della rinascita; perciò per quest’anno dovevo inventarmi qualcosa, qualcosa che segnasse il MIO primo anno; qualcosa che dicesse: “Il periodo di rodaggio è scaduto. Ora si fa sul serio.”

Nel mese in cui notoriamente tutti disfano i bagagli, ripongono salviette e borse mare ancora piene di sabbia nel retro dell’armadio, io riempio lo zaino. Mentre voi togliete le maschere da sub e le lasciate nel dimenticatoio fino al prossimo anno, anch’io mi appresto ad abbandonare le mie “maschere”. Sono diverse, s’intende, ma proprio come le vostre con boccaglio integrato per guardare e respirare sott’acqua da super pro, anche le mie sono servite allo lo stesso scopo. Le ho indossate e le indosso tutt’ora per nuotare indisturbata in mezzo alla marea di pesci che mi circonda nel quotidiano. Per sembrare una di voi.

Una “normale”.


Agosto è stato un mese intenso; lo definirei “detossinante”. Ho acceso prima una candela: per guardare negli angoli dei miei casini, poi mi sono data alla tecnologia, e con una torcia ho iniziato a guardare sotto al tappeto. In un mese mi sono fatta strada, e barcollando come un’insonne alle 4 di mattina, sono arrivata all’interruttore principale. Luce. Luce gente.

Sul tavolo in mezzo alla stanza principale, come se fosse il gran banchetto nella sala grande di Hogwarts , ho steso ordinatamente tutti i dubbi, le incertezze, le PAURE e i SENTIMENTI NASCOSTI; e li ho guardati in faccia.

Uno a uno.

Tutti i giorni.

Tutte le sere.

Qualcosa l’ho affrontato, qualcos’altro no. Ma infondo che importa?! Ora le vedo.

In un mese sono riuscita a liberarmi di pesi e persone che nel marasma disordinato, erano solo “pesi inutili”.


Proprio su quel tavolo, ho steso anche la mia collezione di maschere; roba che carnevale di Venezia, scansate. Quando ti metti a nudo con te stesso, quando accendi l’apparecchio e ascolti la seconda vocina nel cervello, quando metti a fuoco realmente le cose, le situazioni, insomma: quando ti prendi a schiaffi da solo e ti urli in faccia, certe cose poi non riesci più a nascondertele. Guardando la mia distesa di maschere mi sono chiesta se non fossi effettivamente stanca di tutto sto cerone, trucchi vari e parrucche; (raga siamo sempre parlando per metafore; i miei capelli sono veri e mi trucco veramente pochissimo., ve lo garantisco. Anche perché non so truccarmi e col cavolo che mi sbatto per sembrare esteticamente diversa) e sapete qual’è stata la riposta?! Un limpidissimo e ringhiato: “CAZZO, Sì”.

Quindi la seconda domanda è arrivata in automatico: “Vogliamo darlo un giro a sta ruota?”

Questa volta il “Sì” è stato meno carico, aleggiava già l’odore del “…ma come?”.

Ecco a questa domanda, ovviamente, non ho dato una risposta; ma c’è l’intenzione di cambiare qualcosa, e questo mi basta.

Estirpare alcune erbacce è stato il primo passo; cambiare alcune abitudini sembra essere il secondo.

Per quanto riguarda la “fase emotiva” ci penserò a tempo debito; per ora mi godo il viaggio.


E a proposito di “viaggio”…


Sabato si parte; è il giorno cerchiato sul calendario. Nessuna ricorrenza specifica, era solo “il momento giusto”.

(Anche se probabilmente dopo mesi di siccità, indovinate quanta acqua è prevista per la prossima settimana?) “Acqua”… chissà se in questo percorso, sturerò anche i rubinetti dei miei dotti lacrimali!? Bah! Lo scoprirò sulla via.


Insomma: Sabato parto. Parto con mille dubbi, mille giudizi e pregiudizi, mille “ma sei sicura?!” - “ma ce la fai?!”.

Parto con una sola certezza:

“È una scelta mia e lo faccio per me”

Alice, ti rendi conto?!

“LO FACCIO PER ME”

Ripeto: “LO FACCIO PER ME”

26 anni (quasi) e per la prima volta dico con completa onestà, 100%,

“LO FACCIO PER ME”. Se non è un buon punto di partenza questo, mi domando cosa lo sia… per ora, però, mi basta questo.

Ho molte aspettative, me ne rendo conto.

Spero di trovare risposte ad un sacco di cose, spero di trovare “pace” in un certo senso.

Ma soprattutto, spero di riuscire realmente a staccare la spina; un reset brutale degno del “miglior tecnico IP”.

Le aspettative, come detto, sono tante; forse pure troppe, e la cosa peggiore, credo, è che in realtà non m’importa davvero del risultato. Se deve succedere qualcosa, succederà.

Non possiamo nulla di fronte al caso, no?!


E mentre attendo in trepidante attesa la svolta settembrina prevista dalla lettura dei tarocchi, mi auguro un buon cammino. Conscia del fatto che la prossima volta che scriverò qualcosa da postare qui, comunque vada questa settimana, scriverò di un Alice diversa.

Questa Alice vi saluta; e se non dovessimo più risentirci sarà perché probabilmente si è persa sull’Appennino tosco-emiliano. Immaginatemi come un Hobbit della contea, ma senza i piedi pelosi.

Ciao Amicici, io mi incammino.

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