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Immobile davanti ad uno specchio ad occhi chiusi.

Aggiornamento: 11 mar 2021

03 Marzo 2021 - Brescia



Ieri mattina mi sono alzata dal letto con una sola missione: Piangere entro la fine della giornata.


Mentre mi lavavo i denti guardandomi allo specchio, (La mattina non andrebbe mai fatto. Guardarsi allo specchio intendo; non lavarsi i denti, questo è obbligatorio) ho "recitato" l'unico requisito minimo per poter considerare "compiuta" la missione: "Devono scendere almeno due lacrime, poi puoi chiudere di nuovo i rubinetti.

Me ne bastano due."


Dai! Due lacrime, che ci vuole?!

Non dovrebbe essere difficile, no?!

"Me ne bastano due"

Giusto per controllare che i dotti lacrimali funzionino ancora.

Insomma Alice, lo fai per puro scopo medico!

Le consegne* sono:

  • Un capitolo di quel libro che è sul comodino da troppo,

  • Quella scena di "Up!" (inutile dire quale sia LA scena),

  • Una carrellata di video con gli animali,

  • Le ultime scene di "Into the Wild",

  • Leggere alcuni di quei biglietti che nascondi nei cassetti tra gli scontrini,

  • Il discorso di Robbie Williams in "Dead Poets Society"...

Dai in fondo sai come si fa, non è così difficile...

E poi, in questi mesi ci sei pure andata vicina qualche volta. Però c'è un "Però". Ogni volta che arrivavo all' "orlo della lacrima", saliva non so ancora bene da dove,

(forse dalla bocca dello stomaco, forse dal fegato, boh... non so.)

un'autobotte di dolore.


Mayday! Emergenza!

Giù tutto!

Calma piatta.


Nell'ultimo mese ci sono andata molto vicina un paio di volte: -L'atterraggio del Rover su Marte

-Un messaggio di un amico

Niente.

Vicina, molto vicina; ma nada.


Ieri sera mentre mi lavavo i denti, evitavo di guardarmi allo specchio in tutti i modi.

Poi ha vinto il lato critico.

Mi sono guardata per qualche secondo e quella cosa che parte dalla bocca dello stomaco e fa male (male tanto), quella cosa di dimensioni bibliche, si è data una spolverata.


Sta iniziando a muoversi.

Sta salendo.

Veloce; troppo veloce.


Apro il rubinetto di corsa, mi riempio la bocca d’acqua e...

Sputo.


Calma.

È tutto sotto controllo.

"La sai gestire."


Ho rialzato la testa ad occhi chiusi e sono rimasta ferma così per un tempo indefinito.

Immobile; davanti ad uno specchio ad occhi chiusi.


Eppure mi vedevo... mi vedevo eccome!

Mi stavo rimproverando, lo facevo da dentro.


Ho aperto gli occhi ed ero lì.

Immobile.

Confusa e tremendamente lucida.

Vuota e piena allo stesso tempo.

Immobile.

Mi sono specchiata, ho fatto “no” con la testa e poi ho sorriso.

Ho sorriso sì, e mi sembrava quasi credibile.

“Forse ci cascano” ho pensato.

Poi, mi sono ricordata d’essere da sola.

Ho spento la luce.

Nel buio del corridoio, rassegnata e a piedi scalzi ho sussurrato un:

“Vai a dormire idiota.”

Erano improvvisamente le 03:00 di stamattina.

Ricapitolando: Ieri mi sono alzata con un:

“Daje! Oggi si piange pure l’acqua del Gange”.

E sono andata a dormire con un:

“Idiota”


Missione fallita!

(miseramente)



Sono notoriamente nota per i miei fallimenti...

Hoste!

Ne aggiunga uno al conto va’!




*Grazie Mike! I termini militari giusti me li "spacci" solo tu.

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