“Va tutto bene.” - “Tutto bene grazie.”
- Non quella Alice
- 8 ott 2020
- Tempo di lettura: 2 min
8 Ottobre 2020 - Brescia

“Va tutto bene.” - “Tutto bene grazie.”
Due frasi. Sei parole. Identica bugia.
Quante volte con il pilota automatico inserito le pronunciamo accompagnate da una vocina in lontananza che sussurra: “Hei... é più facile”
Quante volte, ne siamo davvero convinti?
Perché sì é vero “É più facile”. Eppure nel momento stesso in cui pronunci una di queste frasi (puntualmente accompagnate da un sorriso forzato che speri nessuno noterà)
già non ci credi più.
Per un attimo, un bellissimo attimo, c’eri riuscito, c’avevi creduto davvero! Un attimo. Un attimo soltanto.
E mentre te ne rendi conto te ne stai lì mezzo inebetito a sperare che se la bevano perché: “É più facile”.
È questione di millisecondi...
Arriva... Eccolo! Eccolo il bastardo!
Quel momento in cui tutto scorre velocissimo mentre con la mente sei nel tuo “Vietnam personale” tra i flash confusi dei tuoi mostri che arrivano come proiettili vaganti che provi a schivare senza successo.
Ma non hai tempo.
Non hai il tempo nemmeno per questo, perché mentre sei nel tuo trip mentale vietnamita li senti parlare. Laggiù in lontananza loro vanno avanti imperterriti con i loro discorsi.
E parlano... parlano... parlano...
Chissà cosa cazzo staranno dicendo?
Ma non hai tempo.
Perciò te ne stai lì con uno sguardo che si finge interessato mentre pensi solo: “Ti prego non farmi domande.” Sorridi, annuisci, e speri che vada bene.
Poi come sei partito, torni. Torni a quella realtà che ti sei costruito, quella in cui “stai bene” perché “va tutto bene”.
Millisecondi.
Qualche attimo per guardare in faccia i tuoi mostri può bastare.
Alzi nuovamente la maschera che avevi abbassato leggermente sul mento come si fa in questi giorni per “prendere aria”, e tutto riparte.
“Va tutto bene.”
Ma eccola... La senti? Sta arrivando...
“Hei... è più facile!”
Gli occhi si strizzano. La bocca sorride.
Si va in scena! Secondo atto! Ciak, si gira!
...
“Tu invece?! Tutto bene?”
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